Perché amo camminare in Montagna?
Questa è sicuramente una delle domande più scontate che si possa fare a chi fa trekking e sarebbe altrettanto scontato rispondere: “Perché mi piace e basta!!!”.
Voglio soffermarmi su cosa rappresenta, per me, l’escursione in montagna, quali sensazioni ricevo, qual è il mio stato d’animo prima di partire per un’escursione e come mi sento ad escursione avvenuta. In che modo la montagna mi appaga e perché la sento così vicina e nello stesso tempo così misteriosa ed educatrice.
Questa passione nacque quando presi la decisione di non dover più passare domeniche in città e sentendo il bisogno di muovermi, di fare sport, perché la montagna è sport. Non ho mai amato chiudermi dentro una palestra o fare corse in città sotto un caldo torrido o con le auto a 50 metri, il caos della città.
Amo il silenzio, la pace, la fatica confrontandomi con me stesso in silenzio, uscire dal caos e dallo smog, respirare aria sana.
Fu così che una domenica arrivai nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, tutto partì dal Lago Scuro, località Lagdei-Lagoni, Alta Val Parma.
Lago Scuro
La prima passeggiata fu di una fatica terrificante, mi ricordo ancora che quell’ora di semplice trekking fu come un macigno per le mie gambe, 200 semplici metri di dislivello, niente di difficile, ma in cuor mio sapevo che qualcosa mi stava aspettando, era come se un sentimento non definito mi dicesse “Andrea guarda che appena arrivi al lago avrai una sensazione di cui non potrai più farne a meno” ed intanto pensavo “sì però questo lago non si vede mai!!!”.
Così passo dopo passo, con questa convinzione irrazionale ma nello stesso tempo VERA, talmente sentita in cuor mio che ero sicuro che il mio pensiero di una sensazione indescrivibile doveva sicuramente essere vero, continuai a camminare tra il bosco un passo dopo l’altro, sasso dopo sasso, metro dopo metro, fino a quando non raggiunsi un piano e pensai “dovrebbe esserci il Lago”, fu una visione di gratitudine, mi sentii appagato completamente, era bellissimo, circondato su tutti i lati da pareti dell’Appennino con le nuvole che si abbassavano fino a toccare le acque per poi rialzarsi, portate via dal vento. Mi sedetti e mangiai un panino ed intanto vedevo il paesaggio del lago che cambiava sotto i miei occhi con il cambiare del vento, la natura si mostrava e poi si nascondeva allo stesso tempo e tutto intorno una pace inspiegabile, intorno a me c’era solo il rumore della natura, l’acqua, il vento, qualche cinguettio di uccello, non ero solo, non ero assolutamente solo. Eppure ero partito da solo e non c’era nessuno con me, ma ero sicuro che in quel momento IO NON ERO SOLO. La sensazione che avvertii in quel momento fu di una pace terrificante, un equilibrio indicibile, ero in pace con me stesso, non volevo più andare via, pensai ma è Bellissimo. Si cammina tra un bosco pieno di alberi e mai penseresti fra 10 minuti c’è un Lago immerso nella Montagna, dentro di me riflettevo ai pensieri che mi invadevano nel momento in cui stavo salendo e mi chiedevo ma come può esserci un Lago qui?
È impossibile, ma i cartelli del CAI dicono che c’è un lago, ed in effetti la natura fa proprio questo, nell’arco di due metri, 10 passi in più o in meno e tutto cambia, 10 passi in più e ti permettono di godere di una visuale che mai immagineresti. Fu in quel momento che capii che la sensazione che poteva darmi la Montagna non l’avrei mai trovata da nessun’altra parte.
In Montagna il paesaggio varia nell’arco di pochi metri, ci sono degli attimi in cui sei completamente immerso tra alberi e conifere ed un momento dopo tutto si apre, la natura si mostra nella sua completa bellezza, mostrandoti un paesaggio ed un panorama che mai potresti immaginare se non avessi fatto quei 10 passi in più ed è come se dal buio di un pensiero negativo la tua anima si libera e lo spazza via grazie ad un panorama che ti sussurra “se non avessi oltrepassato quel pensiero fatto di chiuse conifere, quella boscaglia dove ti sentivi in gabbia, non avresti mai visto questa bellezza, era una tappa obbligata”.
La Montagna riesce a farmi provare queste sensazioni escursione dopo escursione.
Quando cammini tra il bosco e senti l’acqua che scorre impetuosa e pensi, “ma da dove arriva quest’acqua”?E poi cammini altri 10 metri e vedi una cascata di 150 metri tra le rocce ed è lì che capisci che il cammino fa parte della tua vita, la fatica è come se fosse la fatica di tutta una giornata ed è indispensabile che venga fatta, perché se non si effettua quella fatica, non vedrai mai la cascata di 150 metri, non vedrai mai il panorama limpido fino a scorgere il mare dalla vetta di una montagna.
Senza la fatica non avremmo mai appagamento.
Ed è questo che fa la Montagna, ti insegna a vivere, ti insegna a lottare con te stesso, senza mai strafare o sfidarla, perché a lei bastano due nuvole, il vento, il freddo, la neve, per far tornare la tua spavalderia nei meandri delle tue paure.
La Montagna non si sfida mai, lei non vuole nessuno che si metta in mostra, perché a lei non interessa che sia tu lo spettacolo, lo spettacolo è lei e noi la amiamo perché ogni momento, ogni metro, ogni istante è in grado di darci delle emozioni che sono il benessere del nostro vissuto.
Le sensazioni alla partenza di un’escursione sono ovviamente sempre diverse, in base a diversi fattori, una settimana stressante a lavoro oppure una delusione di un amico, un’amica, una compagna, o semplicemente un pensiero che ci avvolge, ma camminando tra i boschi sei obbligato a lasciar scorrere i pensieri ed i rumori della natura ti aiutano a viverli in maniera più sana, la fatica nel salire un dislivello ti porta ad avere un pensiero positivo, una soluzione positiva per la buon riuscita della salita, ma la buona riuscita della salita coincide anche con l’aver trasformato quel pensiero che ci attanaglia in un pensiero positivo. Ed è questo che fa la Montagna, rilassa la nostra mente, ci aiuta ad accettarci ed accettare quello che delle volte sembra inaccettabile ma lei non vuole che condividiamo quello che non vogliamo condividere, lei vuole solamente aiutarci a viverla in maniera più equilibrata e più sana.
Quando si parte per un escursione è come se fossimo persone diverse da quando rientriamo, perchè quando rientriamo siamo in pace con noi stessi, la natura ci aiuta a vivere meglio.
A questo punto capisci che la Montagna è un’educatrice fantastica, ti insegna che molte persone amano rimanere nel bosco e giudicare gli altri che sono in vetta, oddio che matti in vetta, guarda che scapestrati, lì è pericoloso, ma tu sai che la Montagna ti ha insegnato che sei vuoi essere libero e sentirti libero devi sempre camminare per godere di panorami indescrivibili e chi rimane nel bosco ha solamente l’illusione di essere al riparo dalle intemperie ma non solo non è al riparo ma non godrà mai della pace che si ha dalla vetta di una montagna.
La Montagna è un’insegnante di vita, è la metafora della nostra società, lei ha tutto, ha la boscaglia per chi ha paura e non vuole intraprendere nessun cammino e nello stesso tempo ha l’immensità di una visuale sul tetto del mondo, sta a noi imparare a scoprirla come sta a noi imparare a scoprire la vita.
Sta a noi imparare a camminare nella vita.